Scuola primaria Sabin/Marchesa (Torino)

1454777_576482032424615_1240054815_nCostruita nel 1978 la succursale Marchesa ha sede in un edificio polifunzionale inserito in un complesso socio-scolastico che comprende una Scuola Dell’Infanzia, una Scuola Primaria, una Scuola Media, nonché una Biblioteca di quartiere, locali di quartiere con auditorium, palestre di quartiere e spazi esterni in comune. Si tratta di un edificio moderno con aule su patii interni e spazi aperti per il gioco e una varietà di ambienti e spazi progettati per attività comuni e laboratori.

Laboratorio e racconto a cura di Valerio Gioria e Sara Medici
Insegnante Marilina Silvia Albertini
Le foto scattate dai bambini della IV E con macchine fotografiche compatte Canon IXUS  e stampate con stampanti Canon SELPHY:

Questo slideshow richiede JavaScript.

L’edificio scolastico ci colpisce fin da subito per la grande rampa d’accesso che si snoda tra altri edifici, parcheggi e un grande cortile, al momento non agibile. Piove forte, il cielo è grigio: entriamo, un grande atrio ci accoglie colorato e addobato a festa.
Lo stabile si inserisce nel contesto sociale del quartiere di Barriera di Milano, caratterizzato da una composizione multietnica della sua popolazione. La quarta elementare in cui entriamo, rispecchia la convivenza multiculturale del suo quartiere: i 24 bambini sono vivaci ma allo stesso tempo dotati di grande coesione all’interno del gruppo; popolano un’aula nuova, tinta d’azzurro dai genitori che hanno appena contribuito a migliorare la loro vita scolastica.

Sabin_marchesa_1

Il primo giorno, dopo il gioco dei nomi che ci aiuta a scioglierci un po’ e a fare le presentazioni di rito, ci prepariamo al “gioco delle Inquadrature”, un’attività di selezione della realtà, con l’uso di un inquadratore.
Obiettivo del gioco: imparare a guardare “attraverso” e a selezionare cosa si osserva…bisogna chiudere un’occhio e far finta di avere un cannocchiale dei pirati…Cosa stai guardando tu?
Dapprima, a turno, i bambini descrivono a parole ciò che vedono; poi tutti insieme, con lo strumento del disegno. C’è chi disegna un pezzo di pavimento, chi uno scorcio che ha visto dalla finestra, chi il portapenne del suo compagno. Lo step successivo è il passaggio dalla selezione pratica di scorci di realtà a quella più teorica degli spazi all’interno dell’edificio scolastico.
Ai luoghi della scuola vengono associati sensazioni, colori, odori, rumori, persone, gesti, che dopo un’attività di brainstorming e di riorganizzazione sintattica, si trasformano in vere e proprie frasi o espressioni da inserire dentro le nostre nuvolette di cartone.

Sabin_marchesa_7

Nascono 24 pensieri per 24 modelli quasi pronti per partire alla scoperta fotografica della scuola:
In mensa:“Qualcuno ha rovesciato la minestra!
In corridoio:“Basta correre!
Nella sala pittura: “Ho finito il rosso!
In bagno: “Io mi chiudo in bagno!
In cortile: “Crick, Crack.. Cammino sulle foglie morte!

Sabin_marchesa_9

Ma come si usa una macchina fotografica? Quali sono i tasti da schiacciare? Chi deve fotografare che cosa? Dove si deve andare? Dei piccoli foglietti, poco più di un promemoria, attaccati col nastro al loro braccio, sono le loro risposte. Piccole regole del gioco per non sbagliare.

Sabin_marchesa_12

Finalmente, è ora di muoversi, fuori dalla classe. Alcuni bambini si divertono cercando di mimare la loro frase, come nel caso del bambino che “aveva finito il rosso!” in sala pittura, sdraiato in terra, disperato, con un tubetto di colore in mano; o come l’alunno che si è “chiuso in bagno!”, accanto al rubinetto dell’acqua ma tappandosi il naso per l’odore.

Sabin_marchesa_10

All’inizio del secondo giorno è necessario un momento di verifica, una seconda edizione del “Gioco dei Nomi”: emerge la loro timidezza nel farsi ritrarre dai compagni e contemporaneamente il loro vivace interesse verso il laboratorio ed il loro impegno. Il laboratorio continua con l’analisi delle immagini, tratte dai disegni e dalle fotografie, con il “Quiz del Cortile”. Il proiettore ci aiuta a osservare le fotografie scattate in grande dimensione e insieme si discute su inquadrature, luci, tagli e linee rette. E’ un momento importante quello dell’analisi fotografica e i bambini se ne accorgono fin da subito…sarà la magia del proiettore o il buio in classe ma sono tutti  in silenzio!

Sabin_marchesa_16

Ed ecco, infine,  i loro risultati. Si stampano le foto, scelte una per soggetto e realizzate da fotografi diversi, e le si appende in classe, sulle finestre…come piccoli ricordi di una giornata diversa!